Risultato della ricerca: operai
massimo tommi
La ferrovia divide il parco nazionale Tsavo, è stata costruita nel 1898 e durante la costruzione, una coppia di leoni solitari, senza criniera, iniziò ad aggirarsi intorno al cantiere e ad attaccare gli operai. Gli attacchi avvenivano di notte, i leoni aggredivano gli uomini nelle loro tende e li trascinavano fuori per divorarli. La vicenda è stata descritta per la prima volta da John Patterson e ha avuto due adattamenti cinematografici: Buana Devil 1952 e Spiriti nelle Tenebre 1996.
deltabravo74
Il celebre scatto del 20 settembre 1932 ritraente gli operai addetti alla costruzione del Rockefeller a New York, in pausa pranzo sospesi a 800 piedi di altezza.
mauriziot
... foto scattata in un'acciaieria del Gujarat, nel breve momento di pausa di un gruppo di operai; pausa che serve sopratutto a raffreddare il corpo, viste le alte temperature dell'ambiente del lavoro. Foto accettata in concorsi FIAP e PSA: Salon Gold Medal a FKA Winter, Aleksinac, Serbia; Bronze Medal al Gold Scado 2023, Serbia; H.M al Chianti Toads 2023, Figline, Italia. La prima foto del 2023 , foto dedicata a quei POCHI utenti che continuano a cancellare le loro foto paio di mesi e quindi con bassa valutazione, per poter alzare artificiosamente la media dei loro punteggi. Un comportamento che mortifica e offende prima di tutto loro stessi, e che certo non cambia la qualità delle loro foto e poi anche tutti quelli che hanno votato e commentato le foto cancellate. Foto presentata a concorsi Fiaf; Fiap e PSA: Salon Gold Medal a FKA Winter 2023 Alesinak, Serbia.Gennaio, 2023
Grassi Renzo
gli operai stanno intervenendo sulla linea davanti alla Stazione Centrale di Milano
miciagilda
Una cascina diroccata, qualche traccia del passaggio di operai, forse una ristrutturazione è iniziata, purtroppo per me. Una boccata di fumo nella luce del sole che filtrava, poi ho scattato. Infine, un leggero hdr.
photoplayer
"V-expo 2015" --- Anche loro al febbrile lavoro come gli operai sul cantiere.. Ce la faranno a preparare tutte le cellette prima dell'inaugurazione a Maggio? Mah - speriamo bene..
daibi
Questa torre è il simbolo del paese di Riccia. Nel periodo natalizio nel borgo del paese viene allestito il presepe vivente, le persone della foto infatti sono gli operai addetti a tale allestimento
simone.porrelli
Il progetto di Bernini per piazza san Pietro. Dal punto di vista tecnico parliamo di un’opera che ha richiesto oltre quarantaquattromila metri cubi di travertino. La pietra arrivava dalla vicina Tivoli sia via terra che via fiume. Per il completamento dei lavori occorsero centinaia di operai che si spesero per la realizzazione di quest’opera monumentale. Tra questi operai ce ne sono stati anche molti volontari, specie coloro che offrivano questo lavoro come espiazione dei propri peccati. Dalla forma ovale, la piazza è racchiusa dai due colonnati semicircolari (emicicli), i quali partono ciascuno dall’estremità della facciata della basilica. Il diametro più grande raggiunge i 240 metri e i punti focali su cui è costruito il colonnato sono l’obelisco centrale (già presente all’avvio dei lavori) e le due fontane poste simmetricamente tra loro. In totale il colonnato comprende 284 colonne di ordine dorico, ciascuna alta sedici metri. (fonte: visitareroma.it)
RosannaFerrari
Credeteci o no... quel furgoncino e' rimasto li', nel bel mezzo della piazza, per un tempo indefinito... tanto che l'ho ritrovato dopo qualche ora, quando sono ri-passata in zona... ... qualcuno ( e se passa, se lo ricordera' :-) ) mi ha suggerito (in altri lidi), prossima volta, di portare in dotazione una "bomba a mano" ahahahhhhh...per far sparire gli intrusi.... Scherzi a parte... operai all'opera per tenere pulite e ordinate fontana e piazza, mi inchino al loro paziente lavoro...di clonarlo neanche l'idea ahahahahhh Spero che la foto piaccia ugualmente, per la bellezza del Duomo e delle sue immense e colorate torri campanarie...
Paolo Tomberli
"Noi" eravamo contenti del nostro quartiere. Il “noi” è l’inizio, una comune appartenenza. Tra identità e differenza. Marisa mi aveva preso a braccetto. Andavamo, tacendo, alta la testa, per le strade del quartiere popolato brulicante di operai e artigiani.
mgnello
Dopo alcune indagini geognostiche effettuate nel 2007, i lavori vennero avviati il 12 dicembre 2008. La prima fase del progetto, conclusa il 6 giugno 2011 prevedeva la costruzione delle fondamenta e dei 6 piani interrati con la tecnica top-down. Nell'autunno del 2010 è stato eseguito il getto della mega-fondazione monolitica, dello spessore di circa cinque metri, per un volume di calcestruzzo (gettato in sole 84 ore no-stop) di oltre 12.500 m³. Questo costituisce il secondo dei getti massivi italiani in calcestruzzo realizzati senza soluzione di continuità, dopo il getto della fondazione del Nuovo Ospedale Galeazzi a Milano in area ex-Expo. La seconda fase dei lavori, ossia la realizzazione delle opere in elevazione del grattacielo, ebbe inizio nell'estate 2011. Nel febbraio del 2012 fu posizionata la base, ossia il tetto dell'auditorium e primo dei piani d'uffici; un mese dopo il cantiere superò in altezza il Palazzo della Provincia. Nel febbraio 2013 iniziarono i lavori di rifinitura esterna del grattacielo con la realizzazione delle pareti e delle facciate a specchio dell'edificio, che sarà il luogo di lavoro di oltre 2 mila dipendenti della banca. A marzo 2013 il cantiere impiegava circa 200 lavoratori, di cui circa 140 operai, 90 stranieri e 50 italiani. Il progetto iniziale prevedeva una spesa di 235 milioni di euro e doveva esser inaugurato nel 2011, ma i costi aumentarono oltre i 300 milioni di euro. Nel maggio 2013 la struttura raggiunse la sua massima altezza col completamento del primo dei sei elementi portanti verticali bianchi (le cosiddette megacolonne) che percorrono l'edificio per tutta la sua altezza a partire dalla base, rastremandosi sempre di più verso l'alto (ciò è consentito dalla diminuzione progressiva del carico da sostenere). A metà dicembre 2014 iniziarono i traslochi dei dipendenti e dirigenti della Banca nella nuova sede, ormai pressoché completata. L'inaugurazione ufficiale dell'edificio è avvenuta il 10 aprile 2015[12], mentre quella del ristorante al trentacinquesimo piano - il più alto in Italia - si è svolta il 25 maggio 2016. Chiuso a fine 2018, il ristorante ha riaperto rinnovato nel giugno 2019.
DanieleBoffelli
Scattata con Nikon d810 e Nikon 14-24 2.8 Da quando vivo a Cuneo, ormai da due anni e mezzo, il Monviso è stato sempre un punto di riferimento nel territorio. Si vede chiaramente sia da Torino che da Cuneo e la sua forma iconica è cara a tutti i piemontesi. Avevo in mente già da parecchi mesi di realizzare una fotografia che avesse il Monviso come soggetto principale con l’intero arco della via Lattea che lo incoronasse. Ho cercato su molti siti e forum fotografici ma non ho trovato nessuna fotografia che avesse queste caratteristiche. Così usando PhotoPills (un'app per determinare la posizione di sole, luna, via lattea e tante altre cose) e Google Earth ho cercato qualche montagna nella direzione più adatta ad avere questo allineamento. E così mi sono imbattuto sul monte Losetta, a 3054mt. In seguito a maltempo o altri piani non sono riuscito a salire né a Luglio né ad Agosto. Potevo fare il mio unico tentativo a Settembre, e solo in un giorno specifico in cui avevo la giornata libera dal lavoro. Oltre quel giorno la luna sarebbe diventata troppo luminosa per poter fotografare bene le stelle. Nel periodo successivo di luna nuova (quindi luna totalmente in ombra) avrei avuto il centro galattico (quello più luminoso che vedete sulla destra dell’arco) troppo in basso, col rischio che fosse parzialmente coperto dall’inquinamento luminoso e forse addirittura sotto l’orizzonte. Siccome non c’ero mai stato prima ed ero un pò spaventato dal passare la notte da solo a 3000 metri in tenda ho chiesto a qualche amico, ma essendo in settimana è stato abbastanza difficile. La sera prima un amico conosciuto al CAI mi scrive: “Ma se stessimo su solo per le foto e poi scendiamo di notte con la frontale?”. Gli dico che va bene, tanto valeva provare! Scrivo anche ad un altro mio amico e pure lui decide di unirsi. Il nemico ora era uno solo, il meteo. Cielo sereno in tutta Italia, tranne che in Piemonte ovviamente. Mi affido a un’app scoperta di recente, Windy, che incrocia dati di parecchi siti meteo e da informazioni dettagliate di vari fenomeni meteo. Metto il filtro delle nubi basse e mi dice che nella zona del Monviso ci saranno nubi fino a 300 metri dal suolo. Ho pensato che sarebbe stato epico avere anche un mare di nubi sotto il Monviso ma avevo anche paura che l’app si sbagliasse e finissimo a 3000 metri immersi nelle nuvole. Leggendo che il sentiero era facile non mi faccio troppi problemi e in caso fosse andata a male saremmo tornati indietro. Partiamo abbastanza tardi, dopo che i miei amici erano smontati dai loro turni di lavoro. Andiamo su come degli animali e io distribuisco materiale fotografico a tutti per alleggerirmi un pò lo zaino. A metà strada circa la nebbia ci raggiunge dal basso e ci sommerge lasciandoci con poca luce e tanta umidità addosso. Arriviamo nei pressi del colle di Losetta e sbuchiamo dalla nebbia. Dietro di noi uno spettacolo indescrivibile, sopra di noi stambecchi che lottavano in bilico sopra una roccia esposta. Arrivati al colle vediamo finalmente il Monviso, rosso fuoco per il tramonto, sbucare da un mare di nubi bellissimo. E’ stata una scena che non dimenticherò mai, una delle cose più belle che abbia mai visto. Facciamo qualche foto ricordo e ripartiamo per la vetta. Arriva la notte e uno spicchio di luna illumina da dietro di noi il paesaggio, senza però intaccare troppo le stelle. Meglio di così non poteva essere. Dopo 4 ore in vetta a scattare, mangiare, bere e parlare scendiamo. Il risultato di tanti mesi passati a sognare una fotografia è qui. Spero che possa trasmettervi la magnificenza della situazione che io e miei amici abbiamo vissuto. PS: le intense luci sulla sinistra sono di Torino mentre sulla destra sono della Valle Varaita e del cuneese. PSS: una leggenda vuole che il logo della Paramount Pictures sia stato creato grazie a due operai cuneesi emigrati in America agli inizi del 900 e assunti proprio dalla Paramount.
andrea.cavalleri.street.photographer
Costruzione del 1883, realizzata per distribuire pasti a prezzi accessibili alle famiglie meno abbienti a ai numerosissimi operai della zona, al suo interno vi era anche un panificio che consentiva di acquistare pane fresco, sempre a prezzi molto bassi. Attualmente la struttura viene utilizzata come centro socioculturale.
mgnello
Dopo alcune indagini geognostiche effettuate nel 2007, i lavori vennero avviati il 12 dicembre 2008. La prima fase del progetto, conclusa il 6 giugno 2011 prevedeva la costruzione delle fondamenta e dei 6 piani interrati con la tecnica top-down. Nell'autunno del 2010 è stato eseguito il getto della mega-fondazione monolitica, dello spessore di circa cinque metri, per un volume di calcestruzzo (gettato in sole 84 ore no-stop) di oltre 12.500 m³. Questo costituisce il secondo dei getti massivi italiani in calcestruzzo realizzati senza soluzione di continuità, dopo il getto della fondazione del Nuovo Ospedale Galeazzi a Milano in area ex-Expo. La seconda fase dei lavori, ossia la realizzazione delle opere in elevazione del grattacielo, ebbe inizio nell'estate 2011. Nel febbraio del 2012 fu posizionata la base, ossia il tetto dell'auditorium e primo dei piani d'uffici; un mese dopo il cantiere superò in altezza il Palazzo della Provincia. Nel febbraio 2013 iniziarono i lavori di rifinitura esterna del grattacielo con la realizzazione delle pareti e delle facciate a specchio dell'edificio, che sarà il luogo di lavoro di oltre 2 mila dipendenti della banca. A marzo 2013 il cantiere impiegava circa 200 lavoratori, di cui circa 140 operai, 90 stranieri e 50 italiani. Il progetto iniziale prevedeva una spesa di 235 milioni di euro e doveva esser inaugurato nel 2011, ma i costi aumentarono oltre i 300 milioni di euro. Nel maggio 2013 la struttura raggiunse la sua massima altezza col completamento del primo dei sei elementi portanti verticali bianchi (le cosiddette megacolonne) che percorrono l'edificio per tutta la sua altezza a partire dalla base, rastremandosi sempre di più verso l'alto (ciò è consentito dalla diminuzione progressiva del carico da sostenere). A metà dicembre 2014 iniziarono i traslochi dei dipendenti e dirigenti della Banca nella nuova sede, ormai pressoché completata. L'inaugurazione ufficiale dell'edificio è avvenuta il 10 aprile 2015[12], mentre quella del ristorante al trentacinquesimo piano - il più alto in Italia - si è svolta il 25 maggio 2016. Chiuso a fine 2018, il ristorante ha riaperto rinnovato nel giugno 2019.
maxlavezzi
Il Tracciolino è uno straordinario percorso che si snoda per circa 12 km, ad una quota costante di circa 912 metri, dalla Val Codera alla Val dei Ratti. Venne tracciato negli anni Trenta per unire la presa idroelettrica di Saline, in Val Codera, alla diga di Moledana, in Valle dei Ratti. Nella sua seconda parte troviamo anche i binari di una ferrovia a scartamento ridotto, che serviva il villaggio costruito per ospitare gli operai.
simone.porrelli
Undici anni di lavoro (1656-1667), 44.000 metri cubi di travertino, centinaia di operai impiegati. La pietra veniva trasportata da Tivoli (30 km da Roma) via terra o tirata da cavalli e bufale lungo le sponde del fiume. La piazza è ovale, chiusa da due portici colonnati semicircolari a materializzare l’abbraccio della Chiesa ai fedeli, ma anche agli “eretici, per riunirli alla Chiesa e gl’Infedeli per illuminarli alla vera fede» (Bernini). Il diametro maggiore misura 240 metri; l’obelisco centrale e le due fontane simmetriche costituiscono l’asse trasversale. Il colonnato di ordine dorico ha 284 colonne alte 16 metri, disposte su quattro file a creare 3 corsie parallele, la centrale carrabile e le laterali pedonali. (fonte: voxmundi.eu)
alfapegaso
Lyon (Francia). In occasione delle rivolte dei tessitori operai, la collina di Croix Rousse si trasformava in un labirinto difficilmente controllabile dall'esercito per via dei cosiddetti "Traboules" (dal latino trans ambulare, cioè passare attraverso). In dialetto lionese rappresentano i passaggi ricavati all'interno delle abitazioni per spostarsi trasversalmente da una via all'altra.